martedì 21 gennaio 2014

Bianco e nero: c'era una volta Passart (1977-1988)

Erano i primi anni '70 e un baldo giovine di nome Antonio decise che era tempo di darsi da fare e di aprire la sua tipografia.
Così, oltre al lavoro che faceva di giorno, iniziò a rilegare libri. Con il telaio. Tendenzialmente di notte. Alla luce di una tremolante candela, al freddo... ah no, quella è "La piccola fiammiferaia".
Vecchia foto di Antonio mentre rilega i libri
 E rilega oggi, rilega domani, il sogno iniziò a diventare realtà. Con qualche intoppo, tipo quando il terremoto del Friuli fece cadere in testa ad Antonio tutti i libri incollati da poco.
Ma quel giovane non mollò e, nel 1977, pare fosse il mese di marzo, aprì la tipografia Passart.

La prima sede di via Tredici Martiri a San Donà di Piave (in provincia di Venezia) era piccolina (tipo la casetta in Canadà), ma ci stava tutto quello di cui c'era bisogno.
E, anzi, serviva dell'aiuto in più, così fu assunto Carlo, il primo dipendente della Passart, (attenzione, spoiler!) ancora con noi dopo 35 anni.

Si lavorava con i caratteri tipografici in piombo ed in legno, facendo la composizione a mano.
 Capitava spesso che Antonio venisse chiamato a qualsiasi ora del giorno e della notte per stampare le epigrafi.
Capitò anche che una coppia fece stampare gli annunci matrimoniali, poi però i due si lasciarono chiedendo ad Antonio se non potesse riciclare gli annunci per qualcun'altro. No, non fu possibile.

Arrivò poi la componente femminile di Grafiche Passart, Antonella, che sposò Antonio nel 1981 e diventò un punto fermo per l'azienda sin da quando vi entrò a far parte.
Passart cresceva e nella sede di via Tredici Martiri erano ormai in 7-8.
L'azienda stava prendendo il volo.
Era l'anno 1988.
Era tempo di iniziare a pensare in grande.

Fine prima parte

www.e-passart.com